giovedì 17 novembre 2011

elogio alla illegalità


Il Signore Iddio dopo aver creato il cielo e la terra, il paradiso e l’inferno creò l’uomo e la donna mettendo a loro disposizione tutto quello che vedevano. Tutto, escluso il frutto di un solo albero.
In breve creò la legge. 
Mise da un lato, entro la legge, il tutto meno uno e dall’altro, al di fuori della legge, il frutto di un solo albero.  Come è andata lo sappiamo tutti, il bisogno di infrangere la legge fu talmente grande che l’uomo e la donna rifiutarono il tutto meno uno perché volevano il tutto nella sua interezza.
Dunque, nessun uomo al mondo, nemmeno il primo in assoluto, può dire di non aver infranto la legge almeno una volta nella sua vita.
Eppure l’uomo in tutta la storia dell’umanità ha sempre lottato per regolamentare i rapporti umani, anche la religione stessa è ricorsa ai Comandamenti per stabilire quello che è dentro e quello che è fuori dalla legge di Dio.
Quelli che sono stati chiamati a fare leggi, in ogni tempo ed in ogni luogo, hanno affermato che questa, la legge, serviva ad evitare il sopruso del più forte sul più debole.
Anche qui sappiamo come è andata e come va ancora.
Dunque, sembra che l’illegalità, o quantomeno il bisogno di illegalità, sia l’energia più grande che fa muovere il mondo e “regola” i rapporti tra esseri umani.
Il “regola” tra virgolette è d’obbligo poiché potrebbe essere la stessa illegalità il volano che propone la legge.  Absit iniuria verbis.
Dal dizionario enciclopedico marxista (Marx è stato un celebre propugnatore di illegalità, ha studiato e teorizzato l’uguaglianza) leggiamo che l’economia può essere intesa come la base materiale, il fondamento, della vita umana e della società, dunque, seguendo il nostro strano ragionamento, essendo l’economia fatta di regole dovrebbe essere propugnatrice anch’essa di diffusa illegalità.
Quali leve del mondo economico muove la illegalità?
Se c’é una legge bisogna pagare chi la fa e chi la deve far osservare.
Parlamentari, poliziotti e giudici esistono e li dobbiamo pagare per stabilire cosa e legale da cosa non lo è, e per stabilire, nel caso di illegalità, cosa deve accadere a chi infrange la legge.
Pertanto, i costi che ogni società, democratica o meno, si accolla per tenere in vita il potere legislativo, esecutivo e giudiziario sono dovuti alla illegalità.
Ragionando per assurdo, come in un teorema di geometria euclidea, se non ci fosse l’illegalità non avremmo bisogno dello Stato e dei suoi organi principali. Saremmo un paradiso.
Ma siccome in paradiso si è perpetrata la prima illegalità vuol dire che la illegalità stessa esiste, è connaturata in ogni società umana e qualunque sia l’epoca, la religione o la forma dello Stato le società degli uomini basano le loro fondamenta sull’abuso, anche se lo motivano come lotta all’illecito.
Sembra assurdo ma bisogna adeguarsi.
Se la protagonista del nostro ragionamento, la illegalità, sentendosi elogiata come la follia da parte di Erasmo da Rotterdam, in un sussulto di liberazione dell’inconscio potrebbe aprirsi e farci notare molte cose circa il nostro vivere quotidiano.
Potrebbe dirci, per esempio, che dobbiamo essere molto grati all’evasore fiscale e farci rivalutare molte fasi di azioni del governo che ci sono sembrate assurde.
Come dall’invenzione dei fratelli Wright è nata una economia ed attività su cui si basano molti posti di lavoro: piloti, hostess, società aeronautiche, operai, progettisti, ecc. ecc..
Così dall’evasore fiscale derivano attività economiche e posti di lavoro: guardia di finanza, impiegati ufficio imposte, ragionieri, programmatori software, giudici delle commissioni tributarie, commercialisti manipolatori del dato di bilancio, banche, banchieri e bancari, ecc. ecc.., un esercito di persone che guadagna e vive sulla esistenza dell’evasione fiscale.

Quali lavori e guadagni nascono dall’esistenza del cittadino onesto?
Il cittadino onesto appare sempre più come una grigia persona, ottusa e prevedibile, un’esistenza piatta e priva di brio, uno champagne senza effervescenza e bollicine. Il cittadino onesto non da e non riceve emozioni.  Vuoi mettere i turbamenti, le suggestioni, le trepidazioni che da l’evasore fiscale. 
L’evasore fiscale meriterebbe almeno l’intitolazione di una piazza in ogni comune d’Italia.
Dove abiti?   Abito in piazza dell’evasore fiscale.
I costi dei palazzi sia nella piazza che nella zona salirebbero ed i proprietari affitterebbero gli appartamenti sicuramente in nero, per non venir meno a quanto nell’immaginario collettivo si aspettano tutti.
La stragrande maggioranza dei cittadini, perlomeno in Italia, sono evasori fiscali, ci sono quelli che evadono l’intera torta e quelli che, loro malgrado, sono costretti ad evadere le briciole.
I secondi parlano con disprezzo, ed invidia segreta, dei primi ed essendo maggioranza nel paese, gli ingenui sono sempre in maggioranza, peccato che non se ne accorgono, eleggono a governarli i primi.
I primi, cioè i furbi, quelli che amano praticare la illegalità e dunque l’evasione fiscale, nel fare le leggi si fanno anche qualche sconto nel caso vengano colti con le mani nel sacco.
Esempio, depenalizzano il falso in bilancio.
Insomma, non tutti sono professionalmente preparati per coltivare l’illegalità ammantata da legalità,
e come abbiamo visto è su questi geni che si basa l’economia e lo stesso bisogno dello Stato.
Il volerli anche punire sembra inconcepibile.
Per loro dovrebbe entrare in vigore la legge della perenne immunità.
Potremmo punire Leonardo da Vinci per il suo ingegno?
Loro sono più ingegnosi di Leonardo.
Potremmo punire Mozart per la sua musica?
Loro sono più melodiosi di Mozart.
Potremmo punire Maradona per il modo sublime di giocare a pallone?
Loro sono più fantasiosi di Maradona.
Allo stesso modo non possiamo punire il Leonardo della illegalità, il Mozart dell’evasione, il Maradona dei sogni inutili ma aggreganti.
Cittadini italiani dobbiamo essere comprensivi con chi si è assunta sempre la responsabilità di proporre a tutti la sua legalità, come uno studioso di fisica ha voluto vedere cosa succedeva ad invertire i poli.
E cosa è successo?  Nulla!
I ladri si sono travestiti da guardie e le guardie sono rimaste nude, ma tutto è rimasto come prima, o quasi.
L’unica cosa che ci resta da sperare è che gli Schopenhauer, quelli che filosoficamente considerano la vita una perenne oscillazione tra il dolore e la noia, nel tornare al potere ritrovino almeno un leggero sorriso.
Altrimenti, sarebbe la catastrofe, rischiamo di tornare ai cineclub che proiettano la Corazzata Potemkin.

                                                                         giuseppe vella

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