domenica 23 giugno 2013

Ipotesi di rinnovo del contratto dei dipendenti della Pubblica Amministrazione



Sembra che il numero di dipendenti pubblici  (insegnanti, militari, ministeriali, enti locali, sanità ed altri) sia di circa 3.500.000 persone.
Ovviamente non parlo del ruolo dirigenziale già pingue e ben pagato.
Se, e sottolineo il se, il governo decidesse di dare 100€ al mese di aumento, dopo quattro anni di blocco degli stipendi,  avremmo una spesa totale di 4.550.000.000,00€ (quattro miliardi e mezzo).
A questa somma dovremmo aggiungere circa il 23% di oneri previdenziali a carico dello Stato mentre un 8,9%  sarebbe a carico del dipendente.
I signori del bilancio dello Stato direbbero che il costo totale dell’operazione è di € 5.596.500.000,00 (oltre cinque miliardi e mezzo di euro)
È così?
Gli oneri previdenziali a carico dello Stato, oltre un miliardo di euro, sono una sorta di partita di giro, escono dalle casse dello Stato ed entrano in quelle dell’asfittica INPS che comunque vada deve ricevere liquidità.
Sempre all’INPS andrebbero i  405 milioni di euro detratti al dipendente in busta paga.
Calcolando un’IRPEF media del 30% lo Stato tratterrebbe direttamente in busta paga (per i dipendenti pubblici e privati è così, l’IRPEF nemmeno la vedi)  un miliardo e 365 milioni di euro.
In pratica degli oltre 5 miliardi e mezzo iniziali ne restano da pagare realmente 2 miliardi e 780 milioni, molto meno della metà.
Soldi che, data la situazione, non rimarranno nelle tasche dei “fannulloni” italiani ma verranno spesi, pagando per ciò che si acquista un’IVA del 21%: altri 584 milioni che ritornano allo Stato.
Restano circa 2 miliardi e 200 milioni nelle tasche dei dipendenti pubblici e rappresenteranno un poco di ossigeno per commercianti, artigiani ed i pochi piccoli imprenditori che sono rimasti in Italia.
Come reperire le fonti di entrata?
I cittadini italiani posseggono 10 milioni di armi tra pistole, fucili ed altro, vedi la Repubblica del 31 maggio 2013.
Tassiamo il possesso dell’automobile, il possesso del televisore ma non tassiamo il possesso delle armi.
Una tassa di 100€ all’anno consentirebbe un’entrata di un miliardo di euro.
In Italia vi sono anche numerosissime reti televisive, tra digitale terrestre e satellitare, prendiamo ad esempio le 200 TV più grandi ed ipotizziamo che ognuna trasmette 300 spot pubblicitari al giorno (in realtà sono di più) e tassiamo di 50€ ogni spot, avremmo un’entrata di un miliardo e 100 milioni.
Sommando la tassa sulle armi e quella sugli spot avremmo finanziato il rinnovo dei contratti ai dipendenti pubblici.
Artigiani e commercianti farebbero ponti d’oro ad una soluzione di questo tipo.
Inoltre, per migliorare le entrate dello Stato, si potrebbe portare al 25% l’aliquota dell’IVA sui prodotti di lusso: gioielli e monili, barche, auto di grossa cilindrata, quadri d’autore, ecc..
Tanto per dare alla vecchia classe media l’impressione che c’è uno Stato che vuole riparare agli ultimi venti anni di gestione folle e sfrenatamente tesa all’ingrasso delle vacche già grasse.
Chi sarebbe certamente contrario?
Sicuramente parte del mondo imprenditoriale che dalla competizione globale sta uscendo con le ossa rotte.
Anche nel mondo imprenditoriale ci sono i fannulloni e gli incompetenti. O no?
Anche nel mondo imprenditoriale ci sono quelli che vivono di soli contributi statali.
Problema insormontabile: ogni miglioramento contrattuale dei pubblici dipendenti si porta dietro, a cascata, il rinnovo del contratto dei metalmeccanici e delle altre categorie di dipendenti privati.
L’industria delle armi sarebbe incazzatissima ed è una lobby di tutto riguardo.
I giornali finanziati da imprenditori ed armaioli tuonerebbero contro quest’affronto dei politici che, tra l’altro, hanno al libro paga.
Comincerebbero col dire, tramite giornali e trasmissioni televisive,  che in Italia ci sono troppi dipendenti pubblici.
Cosa non vera:  nel nostro Paese si contano 58 impiegati nella Pubblica amministrazione ogni mille abitanti, il livello della Germania è 54, in Svezia sono 135. “ Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/LVwkD
La ripresa, secondo l’imprenditoria italiana, si finanzia non dando forza alla domanda ma dando danaro direttamente alle imprese,  questo vorrebbe dire altri capitali all’estero e nuova evasione fiscale.
Se si finanzia l’impresa si è liberali, se si rinnova il contratto di lavoro ai dipendenti pubblici e privati si è comunisti ed i comunisti si sa mangiano i bambini, meglio evitare nuove stragi di innocenti.

                                                                                                                              giuseppe vella