martedì 30 aprile 2013

Come ti abbatto lo Stato Sociale

       
La pensione con il sistema “retributivo” era una sorta di patto generazionale:
i giovani lavorano e pagano la pensione ai vecchi.
Con il sistema “contributivo” è cambiato l’impianto.

Contrariamente a quanto si è portati a pensare, la pensione, dal punto di vista logico, non è più una prestazione sociale offerta dallo Stato, così come non lo è il vitalizio mensile pagato all'assicurato dalla compagnia d'assicurazione privata, con la quale era stata sottoscritta una polizza assicurativa sulla vita.  Infatti, la pensione non è altro che l'erogazione, nel corso della parte restante della vita dei lavoratori, successiva alla conclusione della loro attività di lavoro, di soldi del lavoratore, accumulati mese per mese con i contributi previdenziali, pagati sia dal lavoratore (l'8,89% del salario, e si vedono nella busta paga), sia dal datore di lavoro (23,81%, e questi non si vedono nella busta paga, ma vanno a comporre il costo del lavoro, che alla fine è circa il doppio dello stipendio netto del lavoratore).   Se non vi fossero i contributi previdenziali, gli stipendi dei lavoratori sarebbero del 32,7% più alti.  Insomma, la pensione, dal punto di vista logico, non è altro che il recupero dei soldi del lavoratore, che sono stati messi da parte obbligatoriamente sulla base di leggi dello Stato (es. 335/95, nota come riforma Dini), in quanto quest'ultimo ritiene che il lavoratore non sia così saggio da mettere da parte, nel corso della vita lavorativa, i soldi, che consentono poi di vivere serenamente, una volta conclusa l'attività lavorativa.
Massimiliano Paci  RAINEWS24

Pur essendo cambiata la logica dell’apparato pensionistico non è cambiato il sistema di gestione: lo Stato continua ad incassare, attraverso i suoi enti previdenziali, contributi che utilizza per pagare le pensioni.
E’ giusto?

Il cittadino paga sulla pensione l’irpef come se fosse un reddito, invece, con il sistema contributivo è solo una rendita da interesse sul capitale accumulato e pertanto dovrebbe pagare solo la trattenuta del 20%, come sugli interessi bancari.
E’ giusto?
 

Inoltre, la LEGGE 335/1995 ART. 1 COMMA 6 stabilisce che:
Ad ogni assicurato è inviato, con cadenza annuale, un estratto conto che indichi le contribuzioni effettuate, la progressione del montante contributivo e le notizie relative alla posizione assicurativa nonché  l'ammontare dei redditi di lavoro dipendente e delle relative ritenute indicati nelle dichiarazioni dei sostituti d'imposta.

Sembra che, quantomeno per i dipendenti pubblici, l’INPDAP non abbia mai inviato il citato estratto conto, impedendo al lavoratore pubblico di rendersi conto del suo stato pensionistico.
E’ giusto?

Da conti fatti un lavoratore accumula, in 40 anni di vita lavorativa,  con enormi sacrifici economici, circa 800.000€.
Soldi che gestisce l’ente previdenziale e, in caso di morte prematura del lavoratore pensionato, nulla resta alla famiglia.
E’ giusto?


Ad un lavoratore che guadagna 25.000€ lordi all’anno il datore di lavoro detrae l'8,89% del suo salario da versare in contributi previdenziali. Lo stesso 8.89% viene detratto a chi guadagna 250.000€.
E’ giusto?

La cassa integrazione ai lavoratori dell’industria viene pagata dall’INPS con i soldi della previdenza che non vengono investiti per garantire una pensione più equa ai lavoratori che smettono di lavorare.
E’ giusto?

Ci sarebbero ancora molte considerazioni da fare: è possibile continuare con questo sistema truffa?

Questa è la vita! ‘ncapo a me penzavo
Chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s’aspettava
Ca pur all’atu munno era pezzente?

antonio de curtis  (totò)


Cosa succede con i vitalizi.

Le ultime disposizioni, in vigore fino ad ora, prevedono che ogni mese il deputato versi mensilmente una quota (l’8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro) della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare e dei contributi versati. 


A decorrere dal 1° gennaio 2012, l'importo netto dell'indennità parlamentare, corrisposto per 12 mensilità, è pari a € 5.246,54, a cui devono poi essere sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio del deputato. Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l'importo netto mensile dell'indennità parlamentare risulta pari a circa €5.000.
Tale misura netta è determinata sulla base dell'importo lordo di € 10.435,00, sul quale sono effettuate le dovute ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali).

Inoltre, l'importo netto dell'indennità scende a circa € 4.750 per i deputati che svolgono un'altra attività lavorativa.



Un parlamentare dopo cinque anni di mandato avrà versato di contribuzione (1006,51*60) 60.390,6€, al compimento dei 65 anni riceverà in cambio un vitalizio di (10435*20%) 2.870€ lorde al mese, cioè circa 2.000€ netti che sommerà alla pensione per l’attività principale svolta nell’arco della vita.

Se il parlamentare riesce a svolgere il secondo mandato le somme indicate si moltiplicano per 3 ed il vitalizio scatta a 60 anni.

Dunque, nel primo caso, l’ex parlamentare a partire dai 65 anni, fino agli 84 anni di vita media, riceverà (2.870* 13*19) 708.890€ a fronte di 60.390 versati.

Nel secondo caso l’ex parlamentare a partire dai 60 anni, fino agli 84 anni di vita media, riceverà (8610*13*24)   895.440€ moltiplicato per 3 (60% dell’indennità parlamentare) cioè 2.686.320€ a fronte di 181.170€ versati.

E’ giusto?


giuseppe vella









venerdì 5 aprile 2013

ELOGIO DEL LECCACULO





Leccaculo: trattasi di persona viscida che si comporta in modo estremamente servizievole per ottenere aiuti particolari da parte di qualcuno.
ODIO I LECCACULO OPPORTUNISTI, SEMPRE PRONTI A SCHIERARSI CON IL PIU' FORTE...
Il sostantivo leccaculo è composto dal verbo leccare (toccare più volte qualcuno o qualcosa con la lingua),  e dal sostantivo culo, parte del corpo che si trova tra le natiche.
Sempre il sostantivo leccaculo ha vari sinonimi tra cui arruffianarsi  e piaggiare cioè adulare qualcuno per un preciso motivo.
Leccaculo, come abbiamo visto, è un sostantivo che ha vari sinonimi ma nessun contrario, segno che nemmeno a parole è possibile individuare una persone completamente immune al virus.
Il leccaculo non deve essere confuso con il servile che è una persona vile che adula pur sapendo che non otterrà nulla in cambio.
Il bastian contrario non è il contrario di leccaculo bensì il contrario di servile, bastian contraria è la persona che per timore di apparire servile prova sempre ad opporsi ad ogni idea che non nasce dalla propria materia grigia.  La materia grigia di un bastian contrario è così contorta che non appena si distrae si dichiara contro ciò che lui stesso ha proposto. E’, in fondo, uno che ha paura di scoprire i propri sentimenti. 
Appartiene alla categoria di quelli che non li fotti e non li convinci.
I potenti o semplicemente chi ha un certo potere su qualcuno, è più esaltato dalla percezione dell’atteggiamento adulatorio dei cortigiani che dalla stima degli stessi cortigiani.
Ovunque vi sia una gerarchia, gli uomini cercano di scalarla con tecniche, atteggiamenti e strategie più o meno scorrette.   Tra queste l’adulazione è infallibilmente vincente.    
Più che i forti e gli arroganti, l’evoluzione ha favorito i servili e gli ipocriti.
Chi ha potere sembra dire al cortigiano:  “Mentimi, e prometto di crederti”.
Nelle attuali società rigidamente bloccate il “comportamento opportunistico” delle “lingue di miele” vive il suo trionfo e l’arte del lecchinaggio ha raggiunto una smisurata diffusione e vette inarrivabili.
E’ naturale, quindi, che il lecchinaggio, gratificando chi lo riceve, renda sempre meglio accetto chi lo effettua, garantendogli favori e vantaggi.
Sembra che l’adulazione provocherebbe, in chi la riceve ed in chi la effettua, l’aumento dei livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che provoca una reazione piacevole ed euforizzante.
Da sempre il leccaculo è stato deriso ma anche invidiato ed addirittura su youtube a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=rvtdmw2DtIc   
si trova un filmato con il manuale del perfetto leccaculo.
In questo manuale si afferma che i leccaculo sono persone che attraverso questa abilità riescono ad ottenere sempre ciò che vogliono.
Dunque, il manuale vuole essere di aiuto a chi desidera apprendere come lusingare una persona senza farsi scoprire.
Dice ancora, il manuale, che esistono dei comportamenti ad hoc per raggiungere l’obiettivo.
La pazienza è una delle virtù del leccaculo, che a volte deve lavorare sulla distanza, non deve assolutamente  desistere, anche se è disturbato da altri concorrenti.
Il leccaculo è lungimirante: guarda lontano, lecca oggi per incassare domani.

Regole:
  1.        adulate la gente alle spalle così non vi sospetteranno di piaggeria;
  2.        non fate mai gli stessi elogi a persone diverse;
  3.        siate piuttosto specifici nei complimenti;
  4.        dimenticate i complimenti che vanno bene per tutte le occasioni (es.  sei il migliore!);
  5.        usate dei paragoni (dite a tizio che è migliore di Caio, il confronto fa sempre piacere e fa sembrare il   complimento attinente alla realtà, così come invidiamo l’erba del vicino, ci lusinga sapere che c’è chi ci considera migliore di lui);
  6.       aggiungete al dolce della lusinga un poco di amaro, inserite qualche piccola, mi raccomando insignificante, critica in mezzo ai grandi elogi;
  7.       siate un po’ stravaganti se adulate qualcuno abituato alle lusinghe, cercate di complimentarlo con qualche cosa di indiretto;
  8.       individuate una debolezza del potente da lodare e lodate sperticatamente la virtù complementare  (es.: elogiate un taccagno per la sua generosità e  fate notare alla donna superba i suoi sprazzi di umiltà) ;
  9.        non siate mai sinceri quando vi si chiede di esserlo, chi ve lo chiede vuole dei complimenti e non la franchezza;
  10.    un sostegno amichevole vale sempre più della sincerità  poiché in certe occasioni anche la più piccola critica può essere interpretata come un’aspra censura.

Comunque, nella vita chi proprio non riesce ad essere un leccaculo si trovi qualche altra cosa da leccare.

Sempre da youtube http://www.youtube.com/watch?v=o6wm29VP5pg  possiamo ancora trovare:
il leccaculismo bestialistico materialistico pratico,  che è una prassi sempre molto diffusa cui si dedica una folta schiera di sbavanti mezzecalzette; donnette e ominidi inclini al baciastivali.
Costoro, privi di qualsiasi decente dote per emergere, si rifugiano in quella che è diventata una vera e propria disciplina di vita: la leccata.
La leccata è un’arte; c’è chi la dispensa così frequentemente da acquisirne una padronanza assoluta.
Tale sopraffina tecnica si sviluppa e si impone nel nostro sistema sociale sempre più gerarchizzato e burocratizzato.
Per piacere agli altri, per far carriera devi evitare di essere sincero, devi sottrarti dal dire ciò che pensi.
Meglio adulare, incensare, ossequiare, lodare, lusingare.
Ci sono diverse categorie di lecchini, si va dalla “lecchina lungimirante” , che slingua oggi per incassare domani, allo “slinguatore erga omnes” che sbava su chiunque lasciando la sua fetida saliva in ogni dove.
Ci sono poi quelli che agiscono per terze persone: i ruffiani, i lenoni, i prosseneti.
C’è inoltre la signorina starnazzate, la segretaria che decanta la bellezza della orrenda cravatta del capo ed è sempre pronta a portargli il caffè. Costei più che a leccar culi è incline a …………………………..

Il leccaculismo fa molti proseliti anche in quei loculi istituzionali che sono gli uffici pubblici.

L’impiegatuccio si arruffiana per una vita intera al fine di diventare qualcuno senza tenere conto che in realtà diventa solo qualcosa.
Per lui è normale baciar deretani a ripetizione pur di raggiungere un traguardo da decantare alla mogliettina insipida o il maritino fedifrago oppure sventolare il frutto delle leccate in faccia al collega della stanza accanto.
Il peggiore di tutti è il tipo servile che possiamo definire “leccaculo a prescindere” cioè colui che pur non avendo nulla da chiedere e da ottenere, lecca perché non si può mai sapere.
Nello stesso girone troviamo:
·         il “leccaculo giuridico” che è colui che si impegna a cercar norme o ad inventarne per ottenere il riconoscimento del potente;
·         il “leccaculo Collodiano” dove un giorno è travestito da gatto ed il giorno seguente da volpe, ma sempre con la lingua a penzoloni;
·         il “leccaculo etico” che, per darsi un tono, traveste di senso civico le proprie leccate.

L’allisciamento del prossimo, di colui che ti può servire, che ti può favorire non è una forma spontanea, bensì un calcolato metodo che esalta l’ipocrisia ed il servilismo.
È inquietante notare come l’homo lecchinus non abbia pudore di ridurre volutamente la propria dimensione morale.   
Se ci guardiamo intorno il mondo è governato da potenti che a loro volta sono da considerare ex leccaculo anzi sembra che ormai vige “l’etica del leccaculo”, una sorta di nuovo insieme di costumi che fanno rientrare nella normalità comportamenti censurabili, anzi  e proprio chi non gli riesce la leccata che viene visto come un immorale fuorilegge.
Cosa faremmo e come sarebbe triste la vita senza i leccaculo, essi sono una delle leve energetiche  importanti, si travestono, si erudiscono, si danno un tono e chiamano sana competizione la sfrenata corsa a chi lecca di più.
Ormai è così difficile distinguere i leccaculo dai non leccaculo, ciascun individuo, per lo meno una volta nella vita, dovrebbe fare una sorta di esame di coscienza e se sulla sua lingua non trova vecchi peli di culo e bene che si dia una regolata.
 Perché?
Perché non è mai troppo tardi.